mercoledì 14 settembre 2011

venerdì 9 settembre 2011

mercoledì 7 settembre 2011



Siamo a Berlino il 15 Agosto del 1961.
Da due giorni il governo comunista della DDR, la Germania dell’Est, ha deciso di costruire un muro di cemento alto circa tre metri per isolare la zona Ovest di Berlino, governata da americani, inglesi e francesi.
In questa fase di costruzione, il muro di Berlino è ancora un basso recinto di filo spinato. Giornalisti e fotografi si spostano lungo la spaccatura per raccontare ciò che succede.
Anche un giovane fotografo di 20 anni si trova lì, nella zona ovest della città, e sta documentando queste giornate di agitazione civile.

Il fotografo si chiama Peter Leibing ed è nato nella città tedesca di Oerel a circa 100 km ad Ovest di Amburgo.
Dopo gli studi ordinari, la passione per la fotografia lo invoglia ad abbandonare il suo apprendistato presso la Siemens e inizia a fare praticantato presso una piccola agenzia fotografica di Amburgo. Più volte viene mandato a realizzare quei servizi che altri fotografi dell'agenzia si rifiutano di fare: le corse di cavalli al Derby Jumping.
A Peter non piace fotografare cavalli, preferirebbe documentare l’attualità o realizzare reportage. Dopo richieste insistenti, il ragazzo viene mandato, insieme ad altri fotografi, a documentare ciò che sta succedendo a Berlino durante l’estate del 1961. “Al massimo tornerà indietro con una pellicola impressa da scatti inutili e banali” pensa il responsabile dell’agenzia.

Il 13 Agosto Peter parte dunque da Amburgo ed arriva in aereo nella capitale tedesca.
L'atmosfera è tesa: migliaia di soldati della Germania dell’Est sono stati chiamati per costruire una barriera affinchè la popolazione non riesca a raggiungere Berlino Ovest senza permesso.
La città è in stato di shock, militari con le mitragliatrici in mano, filo spinato che già disegna una cortina da non superare e dall’altra parte increduli abitanti della Berlino Ovest.
Il giovane Leibing viene a sapere dal portavoce stampa per la polizia di Berlino Ovest che probabilmente nei giorni seguenti in Bernauer Straße potrebbe succedere qualcosa di interesssante.
Il giorno di Ferragosto, Peter raggiunge con l’autobus la strada ad angolo con Ruppiner Straße e lì si ferma incuriosito da un gruppo di giornalisti.
Sul lato destro della strada, appoggiato ad un muro, un soldato fuma una sigaretta mentre sul lato sinistro due suoi compagni pattugliano la strada. Il fotografo ed i soldati sono separati da una bassa rete di filo spinato.
Si respira tensione e probabilmente sta per succedere qualcosa.
Molte persone dal lato occidentale stanno gridando “Komm rubber!” ("Attraversate!"), nel tentativo di persuadere i propri concittadini ad abbandonare le proprie case ed il pericoloso governo comunista per trasferirsi urgentemente nel settore Ovest.
Peter monta la macchina fotografica con un obiettivo Exacta da 200mm (prodotto dalla DDR) e mette a fuoco sul filo spinato. Aspetta per ore un movimento sospetto ma non succede nulla. Il soldato appoggiato al muro consuma una sigaretta dopo l’altra e sembra molto nervoso.

Verso le 16 il militare sulla destra rimane da solo. I due colleghi si sono allontanati. Improvvisamente, senza esitazioni, getta via la sigaretta e, con un movimento veloce e poco elegante sopra il filo spinato, riesce a scavalcare la recinzione lasciando cadere il fucile che trasportava sulla spalla destra. Potrebbe morire da un momento all’altro, sparato dai suoi colleghi, ma lui corre il più velocemente possibile.
Leibing è proprio di fronte alla scena con la macchina fotografica al collo.
L’esperienza praticata al Derby Jumping fotografando i salti dei cavalli da corsa gli ha insegnato a scattare correttamente, scegliendo il momento giusto ed utilizzando un solo negativo.
Tutto quello che ha imparato lo mette in pratica proprio in quel momento.

*

La foto mostra il soldato nell’atto di scavalcare la rete. Ha lo stivale destro teso sopra il filo spinato e la gamba sinistra piegata all’indietro. Sembra quasi in equilibrio.
Si tratta di Conrad Schumann, un militare di 19 anni a servizio della DDR e poche ore prima è stato costretto ad impedire ad una famiglia il ricongiungimento con i propri cari, rimasti ad Ovest.
Una volta entrato in territorio occidentale, Schumann sale dentro un minibus della polizia in attesa a poca distanza. Probabilmente sono venuti a conoscenza delle sue intenzioni e si sono preparati per prelevarlo e salvargli la vita.
Conrad diventa così un rifugiato politico e dovrà aspettare la caduta del muro per poter tornare nell’Est.

Leibing nel frattempo non è consapevole dell’importanza della foto.
Subito dopo lo scatto, un fotografo del giornale Bild, che non è riuscito a cogliere il momento della fuga, convince Peter ad accompagnarlo alla sua redazione. Sviluppano il rullino e si accorgono che la foto è perfetta.
L'immagine appare quindi il 16 Agosto 1961 in piena pagina sul giornale Bild.
Il salto diventa in breve tempo una delle icone-simbolo della Guerra Fredda: a fuggire infatti non è un semplice cittadino, ma un soldato il cui compito è proprio quello di evitare fughe dall'Est verso l'Ovest.

Nel 1970 Conrad Schumann si trasferisce in Baviera e si sposa.
Svolge diversi mestieri (l’infermiere, il muratore, l’operario nella fabbrica dell’Audi) cadendo più volte nella depressione e nell'alcolismo. La Stasi infatti continua a fare pressioni sulla famiglia costringendola a scrivergli lettere e lanciare appelli per farlo tornare.
Stringe un forte legame con Peter Leibing e spesso si incontrano con le rispettive mogli.
In un’intervista Leibing rivela che Schumann era fuggito per non trovarsi in una situazione in cui sarebbe stato costretto a sparare alla gente; in più, negli anni seguenti continuava a sentirsi perseguitato dalla Stasi ed aveva sempre paura.

Nel 1989, dopo la caduta del muro, Conrad rimette piede nell’Est ma i suoi parenti si rifiutano di incontrarlo.
"Sono ancora orgoglioso di quello che ho fatto, non c'era altra possibilità, anche se ho corso un grande pericolo e ho tagliato ogni ponte col mio passato: ho perso la famiglia, gli amici, il lavoro, tutto".
Il 20 Giugno del 1998 infine si suicida impiccandosi ad un albero di un bosco non lontano dalla sua casa di Kipfenberg, il villaggio della Baviera dove viveva da molti anni con la moglie. La famosa foto era appesa alla parete della stanza da pranzo.

Leibing non ha mai ricevuto soldi per questo scatto.
Oggi vive a Bremervörde e la sua foto è diventata simbolo del mondo libero.

lunedì 5 settembre 2011

venerdì 2 settembre 2011



Siamo a Pechino il 5 Giugno del 1989.
Tutti i regimi comunisti d’Europa stanno capitolando e l’ondata rivoluzionaria ha raggiunto anche la Cina. Da mesi nella capitale scoppiano rivolte di studenti, intellettuali ed operai contro il governo cinese, il quale, il 4 Giugno, decide di reprimere brutalmente la protesta massacrando centinaia di civili in piazza Tienanmen.
Un fotografo di 33 anni è davanti alla finestra della sua camera, al sesto piano di un hotel affacciato sulla piazza, a seguire quello che succede.

Il fotografo si chiama Jeff Wiedener ed è nato a Long Beach in California nel 1956.
La fotografia è da sempre la sua passione e compie gli studi seguendo quest’unica direzione. A soli 18 anni riceve il Kodak Scholastic National Photography Scholarship, battendo 8.000 studenti provenienti da tutti gli Stati Uniti. Il premio include anche una visita di studio dell'Africa orientale.
A Los Angeles frequenta il Pierce College e successivamente il Moorpark College dove si specializza in fotogiornalismo. Nel frattempo, a 22 anni, Jeff inizia a lavorare come fotografo in un giornale californiano e lentamente riesce a farsi conoscere anche nello stato del Nevada e dell’Indiana.
A 25 anni accetta una posizione a Bruxelles come fotografo per la United Press International. Il suo primo incarico fu la rivolta in Polonia del 1981.
Nel corso degli anni ricopre incarichi in oltre 100 Paesi coprendo disordini civili e guerre per questioni sociali.
Nel 1988 viene assunto come Associated Press Picture Editor per il sudest asiatico, dove riesce a seguire importanti avvenimenti della regione, compresa la guerra del Golfo e le Olimpiadi di Seul.

Nel giugno del 1989 Wiedener si trasferisce a Pechino. Sono in atto le proteste contro il governo e dopo qualche mese le autorità hanno deciso di reagire. Nella notte del 3 Giugno Jeff è presente mentre la folla manifesta violentemente lungo il Chang Ahn Boulevard. Viene ferito da un sasso vagante che lo colpisce alla testa ma la sua Nikon F3 in titanio assorbe il colpo e gli salva la vita.
Due giorni dopo, il teatro d’azione è la grande Chang'an Avenue, vicinissima a Piazza Tienanmen, e la strada che porta verso la Città Proibita di Beijing.
Il governo cinese ha ordinato ai carri armati di entrare in azione contro i ribelli ed i cingolati fanno ingresso nella piazza.
La stampa è tutta alloggiata presso l’hotel affacciato sullo slargo e da diverse ore telecamere e giornalisti seguono le operazioni dalle loro camere. Anche Jeff Wiedener è lì con loro.
Un ragazzo con la camicia bianca si allontana dalla folla e lentamente si incammina in direzione dei mezzi militari. Tiene una busta nella mano sinistra e la giacca nella mano destra.
Appena i carri armati giungono allo stop il ragazzo sembra volerli fermare.
In risposta, i carri armati provano a girargli intorno, ma il giovane li blocca più volte, mettendosi di fronte a loro ripetutamente, adoperando una resistenza passiva.
Dopo aver bloccato la colonna di carri armati il ragazzo si arrampica sulla torretta del primo carro ed incomincia a parlare con il guidatore.
Diverse sono le versioni su cosa si siano detti: "Perché siete qui? La mia città è nel caos per colpa vostra"; "Arretrate, giratevi e smettetela di uccidere la mia gente"; "Andatevene!".
Successivamente il ragazzo torna di nuovo davanti al mezzo militare per bloccarlo ed è proprio in quel momento che Jeff Wiedener scatta una foto. E’ lontano circa 1 Km dalla piazza ed ha un obiettivo da 400mm.

*

Dopo diversi minuti in cui il giovane ed il militare discutono animatamente arriva una persona in bici seguita da altre cinque a piedi le quali portano via di forza il manifestante.

La fotografia raggiunge tutto il mondo in brevissimo tempo. Diventa il titolo di testa di tutti i giornali e delle maggiori riviste ed il ragazzo diventa il personaggio principale di innumerevoli articoli in tutto il mondo.
Wiedener un anno dopo è finalista nel premio Pulitzer e la sua foto ora è ampiamente considerata una delle immagini più riconosciute al mondo.

Trovandosi molti giornalisti e fotografi di fronte a quella piazza in quel momento, esistono più versioni della stessa foto.
Una seconda immagine, scattata minuti prima di quella di Wiedener e con una visuale più ampia, è quella del fotografo inglese Stuart Franklin, della Magnum Photos.
Ma l’immagine premiata con il World Press Photo del 1989 è stata scattata, probabilmente nello stesso istante di quella di Franklin, dal fotografo statunitense Charles Cole che lavorava per Newsweek.
Charles Cole sa che il Public Security Buro è presente a supervisionare l’evento e si aspetta un controllo nella camera d’albergo. Subito dopo aver scattato la fotografia estrae dalla sua Nikon il rullino e corre a nasconderlo nello scarico del water. Dopo dieci minuti di attesa il Public Security Buro irrompe nella camera di Cole e, dopo averlo picchiato e minacciato, sequestra alcuni rullini che il fotografo aveva scattato la notte precedente. Soddisfatti per aver pulito le prove, escono dalla stanza d’hotel senza perquisire il bagno.
E’ quindi certo che l’immagine che vinse il Word Press Photo del 1989 galleggiava nell’acqua di uno scarico del cesso.

Si sa poco invece dell'identità del rivoltoso.
Dopo l'accaduto la rivista britannica Sunday Express rivela si tratti di Wang Weilin, uno studente di 19 anni, ma la veridicità dell'informazione resta comunque incerta.
Ci sono inoltre diverse versioni a proposito di ciò che è successo al ragazzo dopo la dimostrazione. In un discorso al Circolo Presidenziale del 1999, Bruce Herschensohn, uomo molto vicino al presidente Nixon, disse che fu ucciso 14 giorni dopo la manifestazione; altre versioni ipotizzano che fu giustiziato pochi mesi dopo da un plotone d'esecuzione.
Il governo della Repubblica Popolare Cinese, oltre a censurare ancora adesso la foto e a negare il massacro, continua a dare poche informazioni a proposito dell'incidente.


Stewart Franklin


Charlie Cole


http://youtu.be/qq8zFLIftGk/>