domenica 31 luglio 2011

martedì 26 luglio 2011




Siamo a L’Avana, Cuba. E’ il 5 Marzo 1960 e si svolgono i funerali per le ottantuno vittime dell'esplosione della nave francese La Coubre nel porto della capitale cubana.
Un ragazzo di 32 anni si muove sotto l’impalcatura allestita per l’evento e continua a fotografare chi interviene sul palco.

Questo fotografo si chiama Alberto Díaz Gutiérrez ed è nato a L’Avana il 14 Settembre del 1928 da una modesta famiglia di origine spagnola.
Il padre era un ferroviere e possedeva una Kodak 35mm con la quale il giovane Alberto incomincia a relazionarsi. I primi scatti sono ovviamente rivolti alla giovane fidanzata.

Dopo aver fatto diverse esperienze lavorative, Alberto entra in uno studio fotografico come assistente per poi aprire, pochi anni dopo, un piccolo studio in proprio.
Inizia a scattare foto ai banchetti, ai battesimi ed ai matrimoni. Offre un servizio velocissimo: dopo la cerimonia corre a sviluppare la pellicola per poi tornare alla manifestazione e vendere le sue fotografie come souvenir. La qualità del lavoro di Alberto è però piuttosto scarsa, utilizza materiali poveri e l’immagine, dopo pochi mesi, diventa sfuocata e ingiallita.

Nel 1953 Alberto ha 25 anni ed apre insieme all’amico Luis Pierce uno studio fotografico più professionale. La maggior parte dei lavori li svolge l’amico Luis, Alberto è più interessato alla moda perché gli permette di fondere le sue due cose preferite: la fotografia e le belle donne.
Negli anni Alberto diventa il primo fotografo di moda di tutta Cuba. E’ un maestro del bianco e nero; usando esclusivamente luce naturale crea composizioni ed inquadrature perfette. E’ sempre in contatto con bellissime donne cubane tanto da sposare, in seconde nozze, Natalia Menendez, famosissima modella nazionale.

Nel 1959 nasce il giornale della rivoluzione cubana Revolucion, il quale offre un grande spazio ai fotografi per mostrare le loro fotografie.
Alberto dice: “A trent’anni mi si stavo dirigendo verso una vita frivola e pericolosa quando un evento eccezionale ha trasformato la mia vita: la rivoluzione cubana. Fu in questo momento che scattai la foto di una bambina che stava stringendo un pezzo di legno come se fosse una sua bambola. Ho capito che valeva la pena dedicare il mio lavoro ad una rivoluzione che mirava a rimuovere le disuguaglianze."
Alberto decide così di seguire gli ideali della rivoluzione e inizia a collaborare con Revolucion.
In onore alla rivoluzione decide di usare il soprannome “Korda”, un omaggio al cineasta ungherese Alexandr Korda, il quale, a sua volta, era stato soprannominato così dai suoi compagni di scuola prendendo come riferimento la frase latina “Sursum corda, habemus ad Dominum”, “In alto I nostri cuori, sono rivolti al signore”.

Korda diventa lentamente il fotografo ufficiale della rivoluzione. Segue i leader nei loro spostamenti ed incomincia a fare amicizia con loro. Il rapporto con Fidel Castro è completamente alla pari, Korda lavora in modo rilassato senza sentire pressioni dall’alto.

Il 5 marzo 1960 Korda è un fotografo del quotidiano Revolución e quella mattina ha al collo una Leica M2 con un obiettivo da 90 mm e caricata con una pellicola Kodak Plus-X.
Dopo una marcia funebre percorsa sul lungomare, le maggiori rappresentanze si radunano intorno ad un palco per elogiare i caduti.
Sul palco sono presenti, tra gli altri, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e Fidel Castro.
Korda fotografa tutti.
Sono le 11:20 e mentre il Comandante interviene con un discorso infuocato, Che Guevara, sofferente per un attacco di asma, arriva in ritardo, con il volto rabbuiato.
Due scatti veloci immortalano quel volto e quello sguardo.

*

Korda dice: “Nel momento in cui fotografai, ero colpito dall'espressione del volto di Ernesto. Mostrava implacabilità assoluta, così come rabbia e dolore.

Ernesto Che Guevara ha 31 anni. Oltre ad essere stato nominato Ministro dell’Industria nel nuovo governo, è un medico qualificato e proprio quella mattina ha dato una mano nell’ospedale dove sono ricoverati i feriti dell’esplosione.

Nel negativo originale a sinistra appare il profilo del giornalista argentino Jorge Ricardo Masetti Blanco (di origine bolognese), fondatore, ed allora direttore, della neonata agenzia giornalistica cubana Prensa Latina e, anni dopo, desaparecido in Argentina.
Per l’edizione del giorno successivo, il direttore del giornale Revolución decide però di pubblicare solamente gli scatti rappresentanti Castro, Sartre e Beauvoir, mentre la foto di Che Guevara viene scartata.
Credendo che l'immagine sia forte, Korda ne realizza una versione ritagliata ed ingrandita da appendere al muro accanto a un ritratto del poeta cileno Pablo Neruda.

L'immagine del Che rimane nello studio di Korda e resta sconosciuta al mondo per 7 anni.

Nel 1967 Giangiacomo Feltrinelli decide di andare in Bolivia sperando che la sua fama avrebbe aiutato a negoziare la liberazione del giornalista francese e professore Régis Debray. Debray era stato arrestato in Bolivia accusato di collaborare con la guerriglia guidata da Che Guevara.
Feltrinelli, nello stesso periodo, va a Cuba per acquisire i diritti del diario boliviano del Che avendo già in programma la pubblicazione.
Necessità dell’editore è anche quella di ottenere delle immagini di Che Guevara da poter stampare insieme al libro. I funzionari cubani lo mandano nello studio di Korda con una lettera di presentazione da parte del governo.
Quando Feltrinelli arriva nello studio di Korda, il fotografo non ha dubbi su quale ritratto dare all’editore. Vengono concordate ed ordinate due stampe e quando Feltrinelli torna il giorno dopo per ritirarle Korda gli dice che, essendo lui amico della rivoluzione, non le avrebbe pagate.
Al suo ritorno in Italia, Feltrinelli diffonde migliaia di copie del manifesto fotografico per sensibilizzare la precarietà della situazione del Che e la possibile morte imminente.
Più tardi, nel 1968, poco dopo la morte del Che, il Diario del Che in Bolivia con la foto di Korda sulla copertina viene pubblicato in tutto il mondo.

Korda non ha mai ricevuto alcuna royalty per l'immagine del “Guerrillero Heroico”, perché Castro non ha mai riconosciuto la Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche.
Nel 2000 viene considerata dal Maryland Institute College of Art l'immagine simbolo del XX secolo mentre il Victoria and Albert Museum sostiene che sia la foto più riprodotta al mondo.

Nel 2001 Korda muore a Parigi stroncato da un infarto durante una sua mostra personale. Aveva 72 anni.