venerdì 2 settembre 2011
Siamo a Pechino il 5 Giugno del 1989.
Tutti i regimi comunisti d’Europa stanno capitolando e l’ondata rivoluzionaria ha raggiunto anche la Cina. Da mesi nella capitale scoppiano rivolte di studenti, intellettuali ed operai contro il governo cinese, il quale, il 4 Giugno, decide di reprimere brutalmente la protesta massacrando centinaia di civili in piazza Tienanmen.
Un fotografo di 33 anni è davanti alla finestra della sua camera, al sesto piano di un hotel affacciato sulla piazza, a seguire quello che succede.
Il fotografo si chiama Jeff Wiedener ed è nato a Long Beach in California nel 1956.
La fotografia è da sempre la sua passione e compie gli studi seguendo quest’unica direzione. A soli 18 anni riceve il Kodak Scholastic National Photography Scholarship, battendo 8.000 studenti provenienti da tutti gli Stati Uniti. Il premio include anche una visita di studio dell'Africa orientale.
A Los Angeles frequenta il Pierce College e successivamente il Moorpark College dove si specializza in fotogiornalismo. Nel frattempo, a 22 anni, Jeff inizia a lavorare come fotografo in un giornale californiano e lentamente riesce a farsi conoscere anche nello stato del Nevada e dell’Indiana.
A 25 anni accetta una posizione a Bruxelles come fotografo per la United Press International. Il suo primo incarico fu la rivolta in Polonia del 1981.
Nel corso degli anni ricopre incarichi in oltre 100 Paesi coprendo disordini civili e guerre per questioni sociali.
Nel 1988 viene assunto come Associated Press Picture Editor per il sudest asiatico, dove riesce a seguire importanti avvenimenti della regione, compresa la guerra del Golfo e le Olimpiadi di Seul.
Nel giugno del 1989 Wiedener si trasferisce a Pechino. Sono in atto le proteste contro il governo e dopo qualche mese le autorità hanno deciso di reagire. Nella notte del 3 Giugno Jeff è presente mentre la folla manifesta violentemente lungo il Chang Ahn Boulevard. Viene ferito da un sasso vagante che lo colpisce alla testa ma la sua Nikon F3 in titanio assorbe il colpo e gli salva la vita.
Due giorni dopo, il teatro d’azione è la grande Chang'an Avenue, vicinissima a Piazza Tienanmen, e la strada che porta verso la Città Proibita di Beijing.
Il governo cinese ha ordinato ai carri armati di entrare in azione contro i ribelli ed i cingolati fanno ingresso nella piazza.
La stampa è tutta alloggiata presso l’hotel affacciato sullo slargo e da diverse ore telecamere e giornalisti seguono le operazioni dalle loro camere. Anche Jeff Wiedener è lì con loro.
Un ragazzo con la camicia bianca si allontana dalla folla e lentamente si incammina in direzione dei mezzi militari. Tiene una busta nella mano sinistra e la giacca nella mano destra.
Appena i carri armati giungono allo stop il ragazzo sembra volerli fermare.
In risposta, i carri armati provano a girargli intorno, ma il giovane li blocca più volte, mettendosi di fronte a loro ripetutamente, adoperando una resistenza passiva.
Dopo aver bloccato la colonna di carri armati il ragazzo si arrampica sulla torretta del primo carro ed incomincia a parlare con il guidatore.
Diverse sono le versioni su cosa si siano detti: "Perché siete qui? La mia città è nel caos per colpa vostra"; "Arretrate, giratevi e smettetela di uccidere la mia gente"; "Andatevene!".
Successivamente il ragazzo torna di nuovo davanti al mezzo militare per bloccarlo ed è proprio in quel momento che Jeff Wiedener scatta una foto. E’ lontano circa 1 Km dalla piazza ed ha un obiettivo da 400mm.
*
Dopo diversi minuti in cui il giovane ed il militare discutono animatamente arriva una persona in bici seguita da altre cinque a piedi le quali portano via di forza il manifestante.
La fotografia raggiunge tutto il mondo in brevissimo tempo. Diventa il titolo di testa di tutti i giornali e delle maggiori riviste ed il ragazzo diventa il personaggio principale di innumerevoli articoli in tutto il mondo.
Wiedener un anno dopo è finalista nel premio Pulitzer e la sua foto ora è ampiamente considerata una delle immagini più riconosciute al mondo.
Trovandosi molti giornalisti e fotografi di fronte a quella piazza in quel momento, esistono più versioni della stessa foto.
Una seconda immagine, scattata minuti prima di quella di Wiedener e con una visuale più ampia, è quella del fotografo inglese Stuart Franklin, della Magnum Photos.
Ma l’immagine premiata con il World Press Photo del 1989 è stata scattata, probabilmente nello stesso istante di quella di Franklin, dal fotografo statunitense Charles Cole che lavorava per Newsweek.
Charles Cole sa che il Public Security Buro è presente a supervisionare l’evento e si aspetta un controllo nella camera d’albergo. Subito dopo aver scattato la fotografia estrae dalla sua Nikon il rullino e corre a nasconderlo nello scarico del water. Dopo dieci minuti di attesa il Public Security Buro irrompe nella camera di Cole e, dopo averlo picchiato e minacciato, sequestra alcuni rullini che il fotografo aveva scattato la notte precedente. Soddisfatti per aver pulito le prove, escono dalla stanza d’hotel senza perquisire il bagno.
E’ quindi certo che l’immagine che vinse il Word Press Photo del 1989 galleggiava nell’acqua di uno scarico del cesso.
Si sa poco invece dell'identità del rivoltoso.
Dopo l'accaduto la rivista britannica Sunday Express rivela si tratti di Wang Weilin, uno studente di 19 anni, ma la veridicità dell'informazione resta comunque incerta.
Ci sono inoltre diverse versioni a proposito di ciò che è successo al ragazzo dopo la dimostrazione. In un discorso al Circolo Presidenziale del 1999, Bruce Herschensohn, uomo molto vicino al presidente Nixon, disse che fu ucciso 14 giorni dopo la manifestazione; altre versioni ipotizzano che fu giustiziato pochi mesi dopo da un plotone d'esecuzione.
Il governo della Repubblica Popolare Cinese, oltre a censurare ancora adesso la foto e a negare il massacro, continua a dare poche informazioni a proposito dell'incidente.
Stewart Franklin
Charlie Cole
http://youtu.be/qq8zFLIftGk/>
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